Infanzia tra ieri e oggi
- tessuto_educativo
- 2 giu 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 20 giu 2020
Viola -

Infanzia:
La prima tappa della vita dell'uomo
L'infanzia è forse il periodo più ricco e denso di tutta l'esistenza umana. È in questo primo stadio della vita che si sviluppano le capacità affettive e cognitive e vengono apprese le norme e i modelli di comportamento necessari all'inserimento nella società.
Dall'Enciclopedia dei ragazzi Treccani (2005)
Forse questa definizione ci appare scontata, eppure è una conquista recente.
La nascita dell’infanzia
Per lungo tempo i bambini sono stati considerati come degli adulti in miniatura, condividendo con gli adulti tutti gli spazi e tutti i momenti di vita, anche quelli che oggi consideriamo non appropriati per loro.
Solo a partire dal '700 in Occidente l'infanzia inizia ad essere considerata come un momento specifico e importante della vita di un individuo. Un elemento molto importante in questo è stata la diffusione dell'istruzione: essa ha creato una divisione tra gli adulti che sanno scrivere e i bambini che devono imparare. In quel periodo, inoltre, si smette di pensare ai bambini come degli adulti in miniatura, iniziano a essere creati degli abiti specifici per loro, che non sono più cavalieri o damine in miniatura. Nonostante questo cambiamento di pensiero fino alla fine dell’Ottocento l'infanzia è considerata da controllare e modellare. Questa nuova attenzione è in ogni caso riservata soltanto ai figli delle classi sociali medio - alte, mentre nei ceti più poveri l’istruzione è ancora un lusso che non ci si può permettere.
Sempre in Occidente nel Novecento l'infanzia inizia ad essere considerata titolare di diritti specifici e diversi da quelli degli adulti: questo processo è culminato nel 1959 con la Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo. Per questo il secolo scorso è stato denominato “il secolo dei fanciulli”.
L'infanzia oggi: tra nuovi e vecchi pericoli
Paradossalmente proprio nel secolo dei fanciulli è comparso un elemento cruciale per la neonata categoria dell’infanzia: la televisione. Il linguaggio orale e visivo della televisione, infatti, è fruibile sia dai bambini che dagli adulti, non mantenendo la differenziazione tipica del linguaggio scritto. Questo porta i bambini ad essere esposti, così come in passato, ad immagini e contenuti non adatti a loro, che ancora non sono in grado di elaborare: un fenomeno potenzialmente pericoloso che rende quindi fondamentale una mediazione da parte degli adulti responsabili del bambino.
Un altro avvenimento del Novecento che è cruciale per l'infanzia in Occidente è la progressiva diffusione della famiglia nucleare. Per i bambini questo significa aver perso la possibilità di poter vivere le quotidianità con i propri pari e passare la maggior parte del tempo con adulti: sempre di più si trovano a vivere in un mondo costruito dagli adulti e per gli adulti in cui le loro peculiari esigenze non trovano spazio. Così l'infanzia di oggi si trova di
fronte al vecchio rischio dell'adultizzazione e a quello nuovo della vetrinizzazione.
Adultizzazione
L'adultizzazione consiste nel considerare i bambini come gli adulti in miniatura e fare in modo che assomiglino loro il più possibile. Oggi siamo circondati da immagini di bambini molto piccoli vestiti con pantaloni e camicia e bambine vestite come piccole dive: sono talmente buffi e carini che ci viene da sorridere. In realtà però dovremmo riflettere su quello di cui avrebbero bisogno loro: dei vestiti comodi e adeguati per potersi muovere in libertà sperimentando, poter fare attività senza paura di sporcarsi o rovinare i vestiti.
Purtroppo, anche a causa dei ritmi frenetici imposti dalla società alle famiglie, vediamo bambini che hanno la propria agenda ricca di impegni, tra scuola, sport, corsi di lingua o altre attività: questo spesso risponde alla necessità dei genitori di poter rispettare i propri impegni lavorativi ma rischia di ledere il diritto dei bambini a giocare in modo spontaneo e anche alla noia, due elementi fondamentali allo sviluppo e alla creatività dei bambini.
Vetrinizzazione
La vetrinizzazione è un rischio che corre tutta la nostra società basata sull'immagine e l'apparenza: si giudica e si viene giudicati in base all'esteriorità, a quello che si esibisce di sé, si vale solamente se si riesce a trasmettere una bella immagine di sé. I bambini sono coinvolti in quanto le loro immagini e i loro corpi sono usati dalle pubblicità per vendere dei prodotti, quando li esponiamo in maniera acritica e invasiva sui social network, trasmettendo i valori di cui questi sono portatori. Nel processo di vetrinizzazione, il successo dei figli rientra nell'immagine dei genitori da esibire e, se a questo si aggiunge il fatto che ogni genitore nutre delle speranze per il futuro dei figli e li indirizzi in quel senso, si capisce la pressione che possono subire fin da piccoli i bambini. Tale processo è molto difficile da vedere e ci influenza senza che noi possiamo esserne consapevoli, proprio perché fa leva sulle speranze e aspettative positive dei genitori
Ho più volte sottolineato “in Occidente” perché, sebbene non sia questo il luogo in cui approfondire il tema, vorrei rivolgere un pensiero a quelle infanzie che in altre parti del mondo sono sfruttate in tanti modi: nelle fabbriche, sessualmente e nei conflitti.
É infatti più corretto parlare di infanzie al plurale poiché ogni bambina e ogni bambino è un individuo diverso, con la propria esperienza e ognuno di loro, o gruppo di loro, ha bisogno della propria ricetta personale.
Quello che noi adulti possiamo fare è metterci in ascolto, trattando i bambini con cui abbiamo a che fare come individui e non “adulti in potenza” da dover preparare, domandandoci ogni volta se stiamo agendo e reagendo secondo le loro esigenze o invece stiamo assecondando i nostri desideri.
Questo non significa lasciare che i bambini facciano quello che vogliono ma cercare di scegliere contesti adeguati alle loro esigenze. Questo significa che difficilmente un bambino starà per ore tranquillo al tavolo di un ristorante o che in un contesto di soli adulti non richiederà l’attenzione di un adulto: cercare di contenere questi atteggiamenti porta frustrazione sia al bambino che al genitore che potrebbe quindi pensare di non portare più il figlio, di scegliere magari un ristorante con uno spazio giochi o addirittura scegliere contesti più adatti al bambino, come un parcogiochi o una ludoteca.
É un compito difficile, impegnativo e che non sempre riesce, ma spero di incamminarci per farlo insieme.
PER APPROFONDIRE:
“Corpi Bambini Sprechi di infanzie” - video a cura del dipartimento di Scienze dell’educazione di Bologna in cui si ripercorrono il passato e il presente dell'infanzia e i rischi che corre: https://vimeo.com/7847258
“L’infanzia inattuale”, Demozzi Silvia, , Junior, 2016 Un libro che porta a riflettere sulla condizione dell'infanza
"Bambini nel tempo: Un racconto dell'Italia dagli anni 50 ad oggi, vista con lo sguardo dei bambini" - film documentario interattivo di Maria Pia Ammirati, Roberto Faenza e Filippo Macelloni, realizzato con i materiali delle Teche Rai. Premio Internazionale Best Use of Archive 2016 della FIAT IFTA a Varsavia: https://www.raiplay.it/video/2016/11/Bambini-nel-tempo---LaposItalia-laposinfanzia-e-la-tv-b1cc8fa7-faed-49a4-a825-9a9c91c0b19b.html
"Hanaa" - docu-film: https://www.raiplay.it/programmi/hanaa
Per un excursus storico sul raggiungimento dei principali diritti dei diritti dell'infanzia
Comments